Caritas Insieme: Puntate TV 400

Di Roby Noris


Il 17 agosto su TeleTicino andava in onda la 400esima puntata di Caritas Insieme prodotta e realizzata come sempre nello studio video della sede di Caritas Ticino a Pregassona. Un motivo di soddisfazione e l’occasione per qualche riflessione sulla scelta particolare, forse unica, di una piccola organizzazione socio assistenziale che ha deciso di comunicare col mezzo televisivo anche se ha solo un’area d’azione di 100 km con 300’000 abitanti. A Natale saranno 8 anni di produzione in onda ogni settimana. Doveroso ancora una volta il grazie a Mons. Corecco che con coraggio ci diede il “la” e lo start in una situazione ben più problematica di quella attuale – uno spazio su Telecampione coi moralisti indignati perché di notte su quel canale passava materiale a luci rosse, nessuna esperienza analoga con cui confrontarci, mezzi tecnici ridotti all’osso, assenza di un’equipe formata, ecc.
Poi la nascita di TeleTicino, e l’entrata nell’azionariato, il parco macchine e lo studio che poco a poco diventa sempre più professionale, il volontariato interno degli operatori di Caritas Ticino che pur occupandosi di tutti i settori di attività dell’organizzazione, imparano a fare televisione. E in fine il salto alla finzione in video col lungometraggio “Al Sigrid Undset Club” reso possibile grazie ai finanziamenti dell’UFU di Berna ma anche alla caparbietà di chi fra di noi crede che l’impossibile non esista.
Quasi 8 anni di questa incredibile esperienza di comunicazione sempre al limite dei mezzi necessari per farla, ma riuscendoci sempre. E tutto perché abbiamo creduto e continuiamo a credere in una profonda trasformazione del rapporto fra il pubblico e le organizzazioni che promuovono espressioni di solidarietà, le organizzazioni umanitarie o socio assistenziali.
Il sostegno che per decenni ha caratterizzato le azioni delle organizzazioni rimane legato a una generazione sempre più anziana che sta scomparendo. Oggi la solidarietà si esprime tanto quanto prima, talvolta anche di più, ma si sta trasformando completamente, diventando una scelta legata a progetti e a interventi precisi a favore di situazioni che i media in un certo momento fanno conoscere e sottolineano più di altre. Si danno molti soldi per un’azione urgente dove è chiaro l’obiettivo, dove si capisce che l’intervento può essere efficace e raggiungerà dei risultati in breve tempo; mentre sta finendo quel tipo di sostegno incondizionato a un’organizzazione per motivi di affinità ideologica, religiosa o politica. Per questo il lavoro di informazione e di marketing diventa essenziale per mantenere un rapporto col pubblico, non tanto per ricevere offerte ma per essere credibili quando si lancia un’iniziativa, un progetto o quando si chiede di aderire a una forma di autofinanziamento. Il pubblico ad esempio scieglierà più facilmente di comperare nei negozi di Caritas Ticino (quelli reali e quello virtuale www.catishop.ch) se troverà oggetti interessanti ma anche se l’immagine dell’organizzazione sarà associata all’idea di fiducia, di stabilità, di serietà: una credibilità che nell’era della comunicazione si costruisce secondo le regole mediatiche e non secondo forme obsolete di fideizzazione a priori. La fiducia del pubblico non è gratis, la si conquista faticosamente fotogramma su fotogramma, non tanto raccontando cosa facciamo, quanto siamo bravi, o peggio chiedendo soldi, ma piuttosto dicendo cosa pensiamo di un mucchio di cose, formulando dei giudizi e degli interrogativi che comunichino indirettamente chi siamo e come siamo. Per questo abbiamo sempre cercato di dare spazio a esperienze di altri con cui sentiamo qualche forma di sintonia o di affinità, senza nessunissima preoccupazione di concorrenza. Per questo, ad esempio, l’articolo di Piergiorgio Tami dalla Cambogia a pag. 34 mi piacerebbe che suscitasse in qualcuno la voglia di sostenere quel progetto; se ciò avvenisse grazie a Caritas Insieme ci sarebbe un ritorno indiretto di immagine in termini di credibilità del messaggio di solidarietà veicolato dal nostro media che è il vero obiettivo a lunga scadenza di tutto il nostro progetto informativo: la crescita di forme di solidarietà intelligente. E pensare che dal punto di vista del metodo dobbiamo attingere dalle strategie di mercato dei prodotti di consumo più correnti.